Nato in seno ad una riflessione sull’archetipo della Luna, Canto notturno è
un libro d’artista contenitore che si svela lentamente, che si apre
allo sguardo e si mostra su molteplici livelli. Cromaticamente si
contrappongono i due colori legati alla luna, il bianco e nero, in un
susseguirsi di
chiari, scuri e ancora chiari, e sfogliando o aprendo il libro ci
troviamo come difronte allo sbocciare di alcuni fiori notturni, ovvero
la Bella di Notte (Mirabilis jalapa), l’Oenothera biennis (Evening
Primrose), il Selenicereus Grandiflorus e l’Ipomea Alba, fino a che,
nel massimo della sua apertura, compare una luna serigrafata su una
carta velina nera, colei che regola la nascita e lo schiudersi di questi
fiori. Il libro, una composizione di varie carte nere o bianche
lavorate con un segno
bianco o in monotipia in negativo, è accompagnato da una pagina di una
vecchia edizione dei
Canti Leopardiani, esattamente i primi versi del Canto notturno di un pastore errante dell’asia,
su
cui sono intervenuta a matita con alcuni epiteti con cui il poeta si
rivolge alla luna, il tutto accompagnato da un ramoscello di lunaria.